Gli strumenti cardine per la valutazione clinica delle persone con deficit cognitivi (PDC) sono rappresentati dai test neuropsicologici che vengono utilizzati sia come associazione di misure singole che inglobati in batterie concepite ad hoc.
L’importanza degli strumenti neuropsicologici ha assunto un valore tale che, nei criteri IWG 1 e 2, il test di memoria basato sul controllo della codifica di apprendimento (FCSRT) viene definito “test di memoria ippocampale” quindi marker cognitivo del modello di patologia degenerativa tipo Alzheimer. Di questo test esistono in Italia due versioni standardizzate recenti, basate su materiale visivo (immagini) e verbale. Tuttavia molti dei test utilizzati nei vari CDCD e laboratori di neuropsicologia hanno tarature che risalgono a più di 20 anni fa, rendendosi necessario un adeguamento per il possibile mutamento delle prestazioni cognitive che nel corso di ogni decennio si verifica secondo quanto descritto dall’effetto Flynn.
Un altro aspetto di non secondaria importanza che può essere ritenuto parte complementare al precedente è la necessità di avere anche in Italia un insieme di misure cognitive “suggerite” per una valutazione relativamente rapida ed uniforme delle persone che afferiscono ai CDCD utile per una raccolta dati a livello nazionale in analogia al protocollo neuropsicologico UDS presente da alcuni anni negli Stati Uniti.
