Nell’ultimo decennio, l’interesse della comunità clinica e di ricerca inerente all’utilizzo delle tecnologie digitali per la prevenzione, la diagnosi e il monitoraggio dei disturbi cognitivi è esponenzialmente cresciuto, parallelamente all’accessibilità degli strumenti digitali in ambito ospedaliero e domiciliare. L’avvento delle metodiche di intelligenza artificiale ha contemporaneamente consentito di ampliare gli orizzonti della ricerca clinica grazie all’analisi di grandi quantitativi di informazioni (big data science). Negli ultimi due anni, infine, dopo l’avvento della pandemia Covid-19, l’attenzione alla tecnologizzazione e digitalizzazione in ambito sanitario è divenuta primaria, tanto da rappresentare uno dei temi cardine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con il fine ultimo di attenuare l’impatto sociale ed economico della pandemia e tenderci verso un futuro più sostenibile ed equo, soprattutto per le fasce della popolazione più fragili, come gli over 65.
La gestione della malattia di Alzheimer e delle altre forme dementigene è destinata ad essere trasformata radicalmente dall’utilizzo delle tecnologie digitali nella routine assistenziale e nella quotidianità del paziente cronico. Smartphone e wearable devices consentono già di tracciare molteplici informazioni biometriche, così come le applicazioni di telemedicina garantiscono di effettuare valutazioni cliniche e neuropsicologiche direttamente a casa del paziente. Sebbene un approccio metodologico, che includa l’utilizzo di dispositivi tecnologici per la raccolta delle informazioni sanitarie e l’analisi fine della complessità dei fenomeni biologici correlati alle patologie cognitive, sia da promuovere e perseguire, temi come la gestione dei dati sensibili e la condivisione dei dati tra centri clinici e di ricerca richiedono ancora delle necessarie riflessioni. Il progresso tecnologico e l’impiego di metodi avanzati per l'analisi dei Big Data rappresentano, infatti, un valore aggiunto per la progettazione di un'adeguata assistenza sanitaria ma implicano delle considerazioni specifiche e delle valutazioni attente dei vari contesti di utilizzo. La gestione del paziente fragile con patologia cronica, come il paziente con patologia dementigena, è quindi una delle grandi sfide sanitarie entro il nuovo modello assistenziale nazionale promosso dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Gli obiettivi di questo Gruppo di Studio sono primariamente volti a indagare l’utilizzo delle risorse tecnologiche da parte dei vari attori coinvolti nel percorso clinico-assistenziale e di ricerca (operatore sanitario, ricercatore, paziente e caregiver) con una ricaduta immediata nella promozione di un percorso di assistenza e cura innovativo, personalizzato, più efficiente e basato su profili multi-dimensionali capaci di integrare informazioni cliniche, biologiche, cognitive e psicosociali.
Obiettivi specifici del Gruppo di Studio:
1. Promuovere la divulgazione della cultura del digitale nella comunità SINDem mediante il dialogo collegiale e l’organizzazione di corsi di formazione nel contesto del Congresso Nazionale Annuale, in collaborazione con altre società scientifiche (es. SIN, SINP, SIPF, Limpe-DISMOV) e con le Associazioni di familiari (es. AIMFT, AirALZ, AIMA, etc.).
2. Mappare lo stato dell’arte nell’utilizzo delle nuove tecnologie digitali nei centri per la diagnosi dei disturbi cognitivi e delle demenze (CDCD) italiani al fine di fornire informazioni strategiche potenzialmente utili per la futura riorganizzazione dell’assistenza dai centri per la diagnosi dei disturbi cognitivi e delle demenze (CDCD) fino al domicilio del paziente.
3. Sviluppare roadmap condivise tra ricercatori, clinici e fruitori (paziente e caregiver) per l’utilizzo dei servizi tecnologici per la prevenzione, la diagnosi e il monitoraggio dei disturbi cognitivi, nonché per la sperimentazione clinica.
